Dalla relazione presentata
al Convegno Internazionale dei Counselors
il 5 settembre 2015 a Verona.
Dell’Intuizione hanno parlato i grandi del pensiero. Nella filosofia di Spinoza, l’intuizione è la forma di conoscenza più alta, superiore alla conoscenza sensibile e a quella scientifica. La conoscenza intuitiva consente all’individuo la comprensione di un universo unitario e gli permette di essere parte dell’Essere Infinito. Kant fa distinzione tra intuizione sensibile, propria dell’uomo quale essere finito e intuizione intellettuale, propria soltanto dell’Essere infinito. Bergson definì l’intuizione un istinto autocosciente e secondo lui solo con l’intuizione può essere compreso l’Assoluto.
Essere intuitiva ha influenzato molto la mia vita e si è rivelato estremamente utile nella mia professione di counselor. Una sera di diversi anni fa, nonostante fossi sfinita (avevo dato troppe sessioni di Riequilibrio Energetico), ho “sentito” di dover andare alla conferenza di una famosa astrologa, che mi fece poi il tema natale. In quell’occasione mi consigliò di contattare Giuseppe Botteri il quale, già direttore del mensile Astra e poi di L’Occhio e Donna Moderna, stava mettendo al mondo il mensile Sirio. Ci siamo incontrati e ho iniziato a scrivere regolarmente per quel giornale, intervistando attori sui loro sogni. Come conseguenza un Editore mi chiese di scrivere il libro “Interpretare e dirigere i Sogni”. Articoli e libro hanno portato ad apparizioni in varie Televisioni, nazionali e private.
Nel Counseling l’intuizione è una grande risorsa, rende le sessioni più efficaci e complete. Intuire subito alcuni aspetti del cliente, conduce più facilmente al nocciolo del problema.
Essere intuitivi è come trovarsi davanti a una specie di autostereogramma, un’illusione ottica tridimensionale: c’è un’immagine nascosta che viene vista solo se si lasciano incrociare gli occhi, come quando ci si incanta a guardare nel vuoto.
L’intuizione fa velocemente evidenziare alcune parti chiave del cliente, portando così a una più rapida risoluzione dei problemi.
È un dono che tutte le persone potenzialmente hanno ma che può essere poco sviluppato; i sé intuitivi sono presenti in ognuno, ma spesso occultati; si possono però scoprire. Questo processo è favorito dal Voice Dialogue. Creato negli Usa negli anni Settanta da Hal e Sidra Stone, psicoterapeuti di formazione junghiana lui e skinneriana lei, è un affascinante e pratico processo di conoscenza dei propri aspetti interiori.
Il Voice Dialogue parte dal presupposto, comune a diverse correnti psicologiche (Psicosintesi, Analisi Transazionale, Gestalt), che ognuno di noi è costituito da diverse parti, o aspetti psicologici, che possiamo definire sub-personalità, o energie o sé.
Siamo esseri multidimensionali e dentro di noi vive un vero cast di personaggi!
I sé sono molteplici,quelli definiti primari (il Protettore, il Critico, l’Attivista, il Perfezionista, il Gentile, per citarne alcuni) che costituiscono la personalità e i sé rinnegati (come il Bambino vulnerabile, i sé afroditici e i sé istintuali).
I sé primari hanno un ruolo di protezione e si prodigano già dalla prima infanzia, per farci accettare e amare: si adoperano affinché noi seguiamo le regole della famiglia, così non saremo sgridati e compiaceremo i genitori e le regole della società, cui si aderisce per non esserne esclusi. Tutto ciò determina la rimozione di tutte quelle parti ritenute dannose o non funzionali dall’equipe dei sé primari.
Negli anni però questo meccanismo dimostra di non funzionare così bene; prova ne sono alcuni insuccessi nei vari campi: affettivo, professionale, economico e di salute. Tenendo rinnegate, perciò inutilizzate, molte parti di noi, non solo sabotiamo i nostri progetti e desideri, ma rinunciamo a molte risorse e possibilità di soluzioni.
Se, ad esempio, siamo identificati con l’essere responsabili e razionali, rinneghiamo i nostri aspetti irresponsabili ed emotivi; se siamo identificati con l’essere fragili, indecisi, rinneghiamo i nostri aspetti di forza e determinazione; se siamo mentali ed introversi, trascuriamo le nostre parti intuitive ed estroverse. Quanto più i sé rinnegati sono sepolti nella nostra psiche, tanto più cercano di farsi sentire in tutti i modi, sabotando la nostra vita e venendoci incontro attraverso i sogni, gli incubi, le malattie, i rapporti.
Se il Counselor intuisce l’aspetto, il sé che sta dietro al problema del cliente e di conseguenza pone le opportune domande, arriva abbastanza velocemente al cuore del problema. Ciò concede al cliente di aggiustare il tiro, migliorando così ogni tipo di relazione ed economizzando tempi ed energie.
Va da sé che il Counselor che ha sviluppato l’intuizione ha maggiori possibilità di successo.
Silvana Borile