PREMESSA
Nel creare il Voice Dialogue Hal e Sidra Stone hanno optato per un sistema aperto, non gerarchico, al riparo da lotte di potere, che non prevedesse certificazioni ufficiali. Di conseguenza, è stato possibile utilizzare il Voice Dialogue in combinazione con altri metodi e applicarlo in diversi settori.
Il risultato di questa impostazione di base è stato che il lavoro si è diffuso e ha lasciato la sua impronta in campi sempre più numerosi: sviluppo personale, psicoterapia, psichiatria, coaching, sviluppo delle organizzazioni, counseling, relazioni, mediazione e gestione dei conflitti, diversi settori delle arti, meditazione, scrittura, comunicazione interculturale. Il Voice Dialogue attualmente è insegnato in un gran numero di percorsi formativi di vario genere, anche all’interno di Master universitari.
Inoltre abbiamo assistito in questi anni alla sua diffusione in molti Paesi : Argentina, Australia, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Corea, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Israele, Italia, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Polonia, Russia, Spagna, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Tailandia, U.S.A.
Tutto questo è fonte di grandi soddisfazioni; tuttavia ci sono anche diversi inconvenienti. A causa della mancanza di certificazione e di qualsiasi forma di controllo di qualità, sempre più numerose sono le persone che propongono sedute o corsi di Voice Dialogue senza una preparazione sufficiente o aggiornata. Questo crea dei problemi sia per i clienti alla ricerca di un facilitatore o un insegnante affidabile, sia per tanti colleghi che si impegnano in questo lavoro da molto tempo.
Perciò, all’interno della comunità internazionale è sentita la necessità di indicare dei criteri di qualità per i lavori che utilizzano il Voice Dialogue. Al tempo stesso, siamo consapevoli delle trappole della certificazione e della gerarchia. Abbiamo bisogno a questo punto di un Io consapevole che sia in grado di trovare un equilibrio tra criteri e principi da un lato, libertà e creatività dall’altro.
Un’altra coppia di opposti analoghi e perfino più importanti va tenuta presente: si tratta della forma e dello spirito. Insieme ad Hal e Sidra, ci auguriamo che nel tempo lo spirito di questo lavoro continui a manifestarsi attraverso i Facilitatori e gli Insegnanti di Voice Dialogue. Al suo livello più profondo, infatti, lo sviluppo di un Processo di Io Consapevole è una pratica psicospirituale. Perciò ci sentiamo impegnati a non uccidere l’anima del lavoro, mentre proviamo a preservarne la forma e a precisare alcuni principi.
Nell’estate del 2008, con il sostegno di Hal e Sidra, si è formato un gruppo di lavoro per riflettere su questi temi.
Questo gruppo è composto da:
WWW.INNERTEAM.IT con Franca Errani e Giovanni Civita,
WWW.VOICEDIALOGUEWORLD.COM con Robert Stamboliev e Marie Daniels,
WWW.OSIRIS-CONSEIL.COM con Geneviève Cailloux e Pierre Cauvin,
WWW.VOICEDIALOGUEWORK.COM USA, con J’aime ona Pangaia,
WWW.VOICEDIALOGUECONNECTION.COM USA, con Judith Tamar Stone,
WWW.THEVOICEDIALOGUEINSTITUTE.ORG USA, con Miriam Dyak
Nell’autunno del 2008, alla Convergence di New York organizzata da Martha Lou Wolff, questi temi sono stati discussi ulteriormente. Le proposte arrivate dalla Convergence e da molti altri Insegnanti e Facilitatori contattati dal gruppo IVDA, sono state incorporate in questo Documento finale.
L’Accordo Internazionale per il Voice Dialogue (IVDA) si propone di dare un orientamento di massima per i Facilitatori e gli Insegnanti. La conoscenza delle linee guida in esso contenute aiuterà i Clienti e gli Studenti interessati alle sedute e ai corsi di Voice Dialogue a orientarsi nella scelta delle persone con le quali lavorare.
I.V.D.A.
CRITERI DI QUALITÀ E LINEE GUIDA
A. Per un Facilitatore di Voice Dialogue
Che cosa contribuisce a rendere efficace il Voice Dialogue? Quali abilità sono necessarie per diventare un Facilitatore di Voice Dialogue?
Il Facilitatore diVoice Dialogue conosce bene la teoria della Psicologia dei Sé nei suoi vari elementi: sé primari e rinnegati, vulnerabilità e potere, energie istintuali e spirituali, dinamiche di vincolo nelle relazioni, lavoro sui sogni, archetipi, lavoro energetico. Inoltre, il Facilitatore di Voice Dialogue per molto tempo ha sperimentato di persona queste nozioni teoriche e continua ad approfondirle e integrarle nel lavoro di autoconoscenza e crescita personale.
I criteri che proponiamo in questo documento non si riferiscono a una condizione stabile raggiunta una volta per tutte, ma riguardano una situazione in continuo divenire. Le abilità acquisite possono essere affinate senza limiti e, al contrario, possono andare perdute, compromettendo seriamente la qualità del lavoro, se un Facilitatore, anche esperto, non porterà avanti il suo processo di autoconoscenza e crescita personale. In modo più esplicito, vogliamo evidenziare che per diventare e continuare ad essere un buon Facilitatore, occorre ricevere sedute regolarmente. Questo è l’unico modo per continuare a lavorare su di sé e scoprire così, attraverso la propria esperienza, quello che funziona e quello che non funziona. Questo percorso permetterà al Facilitatore di sperimentare un gruppo sempre più ampio di sé interiori ai quali richiamarsi poi, attraverso un processo di Ego consapevole, quando farà le sedute agli altri.
Dal momento che il Voice Dialogue è un lavoro in divenire al quale ciascuno porta il corredo dei suoi talenti e la propria esperienza di vita, è difficile dire esattamente quanto tempo richiederà la fase di formazione di un Facilitatore. Secondo la nostra esperienza, per diventare un buon facilitatore di Voice Dialogue, ci vogliono in genere dai tre ai cinque anni se la persona ha già lavorato con gli altri in ambito energetico/psicologico. Se invece la persona non ha ancora sviluppato una buona capacità di ascoltare e relazionarsi agli altri, né a livello personale né in ambito professionale, molto verosimilmente ci vuole più tempo..
IL LAVORO PERSONALE
Abbiamo visto per esperienza che lo sviluppo del processo personale implica i seguenti elementi.
a) Ricevere regolarmente sedute allo scopo di:
essere cosciente dei propri sé primari e rinnegati come una scoperta continua
lavorare con un numero sempre più ampio di parti della propria personalità
separarsi dalle più importanti polarità di base
essere consapevole della propria vulnerabilità
avere consapevolezza e prendere responsabilità delle proprie dinamiche di vincolo nelle relazioni interpersonali.
b) Sviluppare:
il contatto con il proprio corpo, il respiro e la voce
un rapporto con l’Inconscio lavorando sui sogni e le fantasie diurne, come pure esplorando gli strati più profondi dei livelli psichici legati agli archetipi e alle energie trascendentali
l’affinamento della sensibilità energetica, come essere capace di centrarsi, focalizzarsi, rilassarsi, allinearsi; come pure l’allenamento nel prestare attenzione sia all’energia dei propri sé, sia alla connessione energetica (linkage) con gli altri.
LE CAPACITÀ DA ACQUISIRE
Se diamo uno sguardo alle abilità necessarie per essere un Facilitatore di Voice Dialogue, vediamo che esse sono da una parte il risultato del processo di autoconoscenza e crescita personale, dall’altra trovano una solida base nelle conoscenze teoriche, il tirocinio e la pratica. Queste abilità implicano in particolare:
la capacità di valutare i clienti con i quali si può lavorare e quelli che è opportuno non accettare o indirizzare a uno specialista. Questa precauzione è la prima salvaguardia per fare un buon lavoro ed è particolarmente importante per i Facilitatori che non hanno una preparazione psicoterapeutica.
una collaudata predisposizione a fare le sedute da un processo di Io consapevole. E’ la condizione essenziale per accettare in modo incondizionato il cliente e per aiutarlo a sviluppare il suo processo di Consapevolezza.
essere consapevole delle dinamiche che si possono creare tra cliente e facilitatore (tranfert e controtransfert) e prendere responsabilità della propria parte nella dinamica.
Il percorso per diventare un buon Facilitatore è un processo di apprendimento, che non è lineare e comprende questi passi:
1° Passo
Ricevere una formazione teorica e pratica di Voice Dialogue che continua nel tempo
Ricevere regolarmente sedute da un Facilitatore esperto
Osservare le sedute fatte da un Facilitatore esperto
Scambiarsi sedute tra pari con supervisione
2° Passo
Fare regolarmente sedute di Voice Dialogue con clienti
Trovare i modi più opportuni per monitorare il processo personale e il proprio modo di fare sedute, cercando di avere riscontri oggettivi
Il pieno sviluppo di un buon facilitatore richiede normalmente dai tre ai cinque anni. Diventare un Facilitatore di Voice Dialoguematuro ed esperto si configura come uno percorso graduale. Arriva un momento in cui il buon Facilitatore si sente sempre più a suo agio a fare le sedute e comincia a lavorare in modo indipendente, anche se continua il suo impegno per portare avanti il suo processo personale e la formazione continua.
B. Per un insegnante di Voice Dialogue
Non è necessario che un Facilitatore diventi un Insegnante di Voice Dialogue. In ogni caso, chi desidera diventarlo deve essere anzitutto esperto di Voice Dialogue, nel senso che riceve e fa delle sedute con continuità utilizzando questo metodo. Il percorso per diventare un insegnante di Voice Dialogue prevede i seguenti passaggi e richiede alcune abilità aggiuntive rispetto a quelle previste per un buon Facilitatore.
Essere un Facilitatore esperto (almeno dai 3 a 5 anni di pratica)
Fare assistenza ai Corsi di Voice Dialogue
Tenere qualche parte del Corso e avere una supervisione
Allenarsi e acquisire esperienza nella gestione dei diversi livelli energetici che possono sorgere nel lavoro di gruppo
Possedere abilità specifiche per la didattica e per le dinamiche di gruppo
LINEE GUIDA PER L’ ETICA PROFESSIONALE
Per “Etica” qui intendiamo il comportamento del Facilitatore e dell’ Insegnante di Voice Dialogue sia nei riguardi dei clienti e degli studenti che verso i colleghi. I punti che seguono sono considerati i comportamenti di maggiore importanza che dovrebbero essere osservati da un Facilitatore o un Insegnante di Voice Dialogue:
- continuare a lavorare su se stessi
- osservare la riservatezza riguardo all’identità del cliente e alle problematiche affrontate
- lavorare nell’ambito delle proprie competenze e delle esigenze del cliente
- chiarire con il cliente il proprio orientamento professionale (per es. se si tratta di coaching, counseling, terapia…) e quello che il cliente può aspettarsi
- indirizzare il cliente a uno specialista, quando è opportuno o necessario *
- non usare la relazione con i clienti o gli studenti per ricavarne vantaggi o favori
- rispettare il diritto del cliente o dello studente a interrompere il lavoro in qualsiasi momento
- essere consapevole dei propri limiti come facilitatore e indirizzare il cliente a un altro facilitatore, se è opportuno
- non avere relazioni romantiche o sessuali con i clienti o gli studenti
- impegnarsi a gestire le problematiche relative a rapporti interpersonali tra colleghi
- rispettare i facilitatori con i quali i clienti hanno lavorato precedentemente
- mantenere rapporti professionali chiari e trasparenti all’interno della comunità del Voice Dialogue
- rispettare gli obblighi professionali del proprio Paese a proposito di fisco, codice deontologico, adempimenti burocratici
* I Facilitatori e gli Insegnanti di Voice Dialogue, specialmente quelli che non hanno una preparazione specifica in Psicologia clinica, devono imparare a riconoscere i segnali d’allarme delle malattie mentali – psicosi, depressione, disturbi della personalità, ecc. Questa capacità di discernimento permetterà loro di capire quando non devono lavorare con una persona, ma indirizzarla a uno specialista. In ogni caso, il Voice Dialogue non può sostituire le cure mediche.
LINEE GUIDA PER GLI ELENCHI DI FACILITATORI E INSEGNANTI
In linea con l’orientamento di fondo del documento IVDA, nella presentazione di coloro che si propongono come Facilitatori o Insegnanti dovrebbero essere indicati i seguenti elementi:
- nome e cognome
- nome e indirizzo dell’ ufficio o della struttura nella quale si opera
- mail e sito con il link
- lingue parlate
- curriculum formativo: studi compiuti, formazione con altri metodi, qualifica attuale
- formazione in Voice Dialogue: dove è stata fatta, quando, con quali insegnanti, quanto è durata (ore/giorni/anni).
- aggiornamento e/o supervisione in Voice Dialogue: indicare le esperienze più recenti di aggiornamento e supervisione
- elementi specifici della propria attività: breve descrizione, pubblico di riferimento, integrazione con altre tecniche, ecc
- I Facilitatori e gli Insegnanti hanno la responsabilità delle informazioni date ed è loro compito aggiornarle annualmente.
I dati forniti devono essere verificabili.
Hal e Sidra Stone si sono espressi così riguardo al documento IVDA:
“ Applaudiamo all’instancabile sforzo e all’impegno costante del gruppo originario IVDA che ha preso l’iniziativa e ha portato avanti con responsabilità la redazione di questo documento. E’ stato per i suoi componenti un impegno straordinario. Ci fa piacere che essi abbiano fatto dei passi per sollecitare la cooperazione e includere nel loro lavoro i suggerimenti della più ampia comunità internazionale delVoice Dialogue. Ci rendiamo conto che nella stesura di questo documento finale hanno fatto del loro meglio per tener conto delle sollecitazioni ricevute.
Questi sforzi hanno prodotto risultati eccellenti. Sentiamo che questo documento mantiene lo spirito fondamentale del Voice Dialogue – e i sottostanti valori psicospirituali che esso porta- anche se tratta dei criteri di qualità della facilitazione e dell’insegnamento. Lo spirito genuino del nostro lavoro è preservato dall’attenzione riservata al processo personale, dallo spazio dedicato allo sviluppo della consapevolezza (o espressione dell’intelligenza organizzatrice dell’universo), dalla cura con la quale sono state evitate richieste troppo rigide, dal momento che il percorso indivuale – e il processo di Ego consapevole- è unico per ogni persona.
L’impegno per la qualità del lavoro e le opportune salvaguardie da prendere sono ben delineate nelle linee guida riguardanti l’etica professionale e nell’elenco delle raccomandazioni per acquisire le competenze di base e incrementarle continuamente, nella prospettiva di acquisire solide capacità di facilitazione e di insegnamento”.
HAL STONE E SIDRA STONE
ALBION, SETTEMBRE 2009