Innamorarsi è una delle esperienze più belle e toccanti. Chi non ha mai provato la magia, l’intensità, la paura e l’esaltazione di questo sentimento?
L’inizio di una relazione ci confronta con l’attrazione ed il desiderio, con il timore di essere respinti, con la meraviglia della scoperta. Il nostro lui o lei ha caratteristiche incredibili. Sì, è finalmente lui o lei, ciò che abbiamo sempre sognato, rincorso, immaginato.
E finalmente eccolo l’amore… finalmente abbiamo la possibilità di viverlo con pienezza, con abbandono, perchè il nostro lui o lei ci ricambia, pare sentire la nostra stessa attrazione, pare vederci con gli stessi occhi illuminati dal desiderio. A questo punto le favole ci regalano la fatidica frase: “E vissero tutti felici e e contenti”. In realtà a questo punto succedono cose che vanno oltre la felicità e la contentezza e che ci mettono alla prova come uomini e donne, come esseri umani. Perché la felicità e la contentezza non sono, ahimè, assicurate, ma vanno conquistate.
Ma facciamo un passo indietro e ritorniamo al nostro idillio. L’attrazione che sentiamo non ci rende molto lucidi, tuttavia ci accorgiamo che il nostro lui o lei ha delle abitudini, caratteristiche, qualità che sono, in alcuni casi, diametralmente opposte alle nostre. Noi siamo così razionali e quadrati, amiamo l’ordine e la puntualità e quella persona meravigliosa che quasi adoriamo, eccola lì, caotica e colorata, con una vita e una compagnia rumorosa, con interessi e velleità artistiche o stravaganti. E la sua conoscenza della musica techno? Incredibile! E l’ odore di incenso che riempie la sua stanza? Sublime!
E tutti questi aspetti che non ci hanno mai interessato e che, diciamo la verità, ci hanno anche disturbato intravisti in altre persone ed altri momenti, ecco che ci appaiono misteriosi ed affascinanti. Uno scrigno di tesori nascosti da scoprire. Ed è per amore, e per sentirci sempre più vicini alla fanciulla o al principe dei nostri sogni, che ci interessiamo anche alla musica squassa orecchie, o che il disordine ci appare bohémien e la mancanza di puntualità un vezzo adorabile.
Tutto ciò che era così importante prima, ora può aspettare, scopriamo che ci piacciono anche le poesie, che i film ci commuovono, che un paesaggio o un tramonto ci portano col pensiero a lui o a lei. Il mondo ci appare straordinario e nuovo, perché lo vediamo con occhi nuovi, perchè in parte lo percepiamo con gli occhi dell’altro. Ci sentiamo più liberi, ci pare di respirare meglio, di sentirci veramente più ricchi, più sicuri, di avere acquisito nuovi strumenti, nuove esperienze, di avere gettato lo sguardo in un altro mondo. E questo è vero. Perché il meccanismo che regola l’attrazione fra i due innamorati è quasi scientifico. Ognuno vibrerà con gli aspetti rinnegati dell’altro.
E con la mia aura da artista sognatrice persa dietro a colori e rime, è quasi certo che mi farò attrarre dall’uomo razionale e con la testa sulle spalle, quello che controlla regolarmente l’olio della macchina (anche della mia) che fa conti su conti per far quadrare il bilancio, e per il quale due più due fa sempre quattro.
La nostra natura di esseri umani tende verso la totalità e la completezza dell’essere, accanto a qualcuno che incarna gli aspetti di me di cui ho bisogno per la mia crescita e la mia evoluzione, io mi scioglierò, io mi sentirò vibrare, e “con altre variabili”, scatterà il meccanismo dell’innamoramento.
Questo a grandi linee ciò che accade nella prima meravigliosa fase di attrazione. Ogni ampliamento della mia esperienza e della mia percezione sarà un “dono” che l’altro mi porta e che mi farà toccare il cielo con un dito. Il team di Se’ primari che fanno parte della mia personalità operativa, si allenteranno, non mi terranno rigidamente sotto controllo: per seguire e compiacere il mio amore potrò permettermi di non essere così formale e puntuale o potrò senza sforzo far controllare l’olio dell’auto. Potrò accedere ai Se’ da cui educazione e esperienza mi hanno allontanato.
Ma cosa accade poi? Quando ci si lascia, con la rabbia ed il dolore, ognuno si chiude in se stesso, ed ognuno restituisce all’altro “il dono dell’innamoramento”, i Se’ primari riprendono la loro “pole position” ed il loro potere, e noi ritorniamo superefficienti e razionali o persi nella nuvoletta del sogno. E lo scrigno di tesori intravisto si richiude.
E quando invece le cose funzionano? Quando ci si ama, come mai le sensazioni così dolci ed intense dei primi tempi tendono in breve a scemare, e la tenerezza e l’amore sono sommersi da incomprensioni e conflitti? Come mai l’idillio sparisce?
Ogni situazione di stress e di difficoltà riattiva la funzione dei nostri Se’ primari che hanno il compito di proteggerci in mezzo agli altri. Lo stress è estremamente comune e può prodursi anche in momenti di felicità (si pensi ai preparativi per una partenza di viaggio o a quelli per le nozze ) e questo porterà i nostri due innamorati a vedersi con gli occhi dei propri Se’ primari. E quindi la mancanza di puntualità che appariva un adorabile vezzo, ora è semplicemente maleducazione, la vita bohémienne appare disordinata e zingaresca, la musica tecno un insopportabile frastuono, mentre l’irriducibile logica ed affidabilità appaiono aridità e limitatezza.
Ci saranno momenti in cui questi giudizi severi peseranno ed influiranno sull’amore e sull’unione. Prima c’era intimità ed armonia ed un momento dopo tutto è caotico e soffocante. Ma questi momenti si alterneranno ad altri in cui ancora una volta si avrà la possibilità di percepire la ricchezza dell’altro o di sentire quanto ci completi, e di affidarsi alla relazione con la consapevolezza che ogni aspetto di noi si amplierà nell’esplorazione congiunta che attraverso l’amore stiamo compiendo.
Marzia Mazzavillani Copyright 2006 © Vietata la riproduzione totale o parziale del testo