Per favore, non spiegatemi il mio sogno, perchè potreste soltanto dirmi
cosa significa per voi, non per me ( S.K.Williams) .
Nel Voice Dialogue il lavoro con i sogni è molto importante. I sogni condivisi nei gruppi e nelle sedute individuali sono considerati un supporto al percorso personale, perchè rappresentano la situazione che il sognatore sta vivendo, mettono in risalto i Sé che agiscono nella sua realtà, aspetti primari e rinnegati, automatismi e desideri.
I sogni fanno emergere spesso aspetti opposti a quelli che si vivono nella vita conscia, aspetti che il sognatore fatica a vedere sopratutto quando l’identificazione con i se’ primari ed il coinvolgimento emotivo sono molto forti.
Ecco allora che si definisce l’importanza del gruppo nella condivisione dei sogni. L’ascolto, i feed back e il supporto dei partecipanti mettono in moto una serie di associazioni e di pensieri che possono guidare il sognatore a trovare collegamenti con il proprio vissuto. Il sogno condiviso diventa patrimonio di tutto il gruppo e tutto il gruppo, facendosene carico, sostiene il processo personale del sognatore.
Nei gruppi di lavoro con i sogni improntati al metodo Voice Dialogue ogni feed back al sogno altrui è preceduto dalla frase “Se fosse il mio sogno….” che aiuta ad equilibrare le componenti di proiezione personale, ed evita posizioni intellettuali di pura interpretazione.
La stessa frase e l’aspetto di elaborazione corale è presente anche nella “tecnica delle proiezioni personali” utilizzata nei gruppi di lavoro con i sogni fin dagli anni ’70. L’articolo seguente, che ne spiega l’origine e la funzione, si trova sul sito dell’associazione “Oniros-Association française pour l’étude du rêve” che mi ha gentilmente concesso la riproduzione nella Guida dei sogni
“Concepita negli anni ’70 dallo psichiatra americano Montague Ullman, la tecnica delle proiezioni personalisi basa sull’analisi dei sogni effettuata in piccoli gruppi ed è una forma di esplorazione onirica che tende ad inserire il sogno in una dimensione collettiva e sociale evitando la predominanza del singolo interprete e le interferenze interpretative legate alle proprie posizioni teoriche.
Il ruolo del gruppo è quindi aiutare il sognatore senza comprometterne la padronanza del sogno . Sviluppata inizialmente in Svezia e diffusa dal pastore americano Jeremy Taylor, la tecnica delle proiezioni è stata largamente impiegata negli Stati Uniti a partire dagli anni ’80.
Intuizione e copacità di ascolto sono fattori dominanti per l’uso di questa tecnica. Il suo principio di base è semplice: chiarire il sogno di un’altra persona appropriandosene e proponendo le proprie considerazioni, ossia le proiezioni personali su un sogno che, allora, diviene oggetto di condivisione.
A differenza degli approcci interpretativi classici, relativi a Freud e Jung per intenderci, la tecnica delle proiezioni personali non si colloca in un quadro strettamente terapeutico, anche se, in virtù della sua dimensione sociale, riveste molto spesso tale ruolo.
Le 4 grandi tappe dell’esplorazione per proiezioni
Prima tappa, piano soggettivo individuale: il sognatore dovrà raccontare il sogno (preferibilmente breve e recente) al presente. Il gruppo ascolta attentamente il suo racconto onirico. Al fine di cogliere il sogno e appropriarsene virtualmente, i membri del gruppo possono chiedere chiarimenti sul suo contenuto, non sul contesto reale.
Seconda tappa, piano soggettivo comunitario: il gruppo si appropria del sogno, per cui ciascuno dei partecipanti sarà invitato a esprimere le proprie proiezioni sulle differenti componenti del sogno. Ciascuno esprime in piena libertà i propri punti di vista, le associazioni e le intuizioni su un sogno che a partire da quel momento gli apparterrà : “Se fosse un mio sogno, penso che…”, ecco una tipica espressione. A quel punto il sognatore prenderà nota degli spunti offerti e, salvo in alcuni casi, non interverrà nel processo di brain-storming effettuato dal gruppo.
Terza tappa, piano soggettivo: il sogno viene restituito al sognatore e diventa spunto per un dibattito. Il sognatore risponde alle domande sul contesto reale del sogno ed esprime il suo parere sulle proiezioni formulate.
Quarta tappa, piano interiettivo: il gruppo aiuta il sognatore a collocare le proiezioni emerse dal suo sogno nel contesto della realtà.
Due regole fondamentali sono: Il carattere confidenziale delle informazioni personali espresse al momento dell¹esplorazione del sogno ; – La padronanza del sogno da parte del sognatore: questi è libero di rispondere o meno alle domande che gli saranno poste, così come può decidere di interrompere l’esplorazione quando ne abbia voglia.”