“A serious man” ultimo film dei fratelli Coen è perfetto per un approccio didattico al Voice Dialogue. Vi si possono riconoscere diversi Se’ e diverse polarità in azione. Vi emerge inoltre l’importanza dei sogni quale espressione dei bisogni profondi e quale indicazione per un possibile cambiamento.
C’è una scena iniziale nel film di Joel e Ethan Coen, che poi non viene collegata in modo evidente con il film, nel senso che non c’è nessun tipo di richiamo. Il marito invita uno sconosciuto incontrato per caso, la moglie “capisce” che è uno spirito che porterà del male, non ha alcun dubbio, e quando l’ospite arriva non esita ad agire il suo scongiuro contro la maledizione che “sa” che l’uomo porterà alla sua casa. Noi spettatori rimaniamo nel dubbio se il forestiero fosse veramente lo spirito malefico evocato dalla donna e quindi allontanato con i metodi necessari, o se l’innocuo malcapitato rimanga invece incolpevole oggetto di una credula superstizione. Solo se andrete a vederlo saprete quale sarà il vostro dubbio. In questo caso rimandate a dopo la visione la lettura di quanto segue.
Ma, se l’avete già visto, allora è per voi evidente come l’innocuo protagonista sia passiva vittima della moglie, dell’amante della moglie, dello studente che lo ricatta e del di lui padre, del responsabile del dipartimento universitario in cui lavora, delle difficoltà dei figli adolescenti, di anonime lettere diffamatorie, del vicino di casa che gli ruba i confini, della presenza costante del cugino ingombrante. E del suo ‘innato’ desiderio di essere a posto con tutto e con tutti.
Asseconda questo suo bisogno sottraendosi, facendosi silenziosamente corretto, non aggressivo, preoccupandosi di mettere tutto a posto in una forma accettabile: la moglie gli chiede perfino di attuare una soluzione formale, con un preciso rituale, che chiarisca il rapporto fra lei, il marito e l’amante, perché così sia dignitoso per lei fare sesso extraconiugale! Riconosciamo un Gentile in azione?
Rimane totalmente sopraffatto da quella impudente mazzetta lasciata nel suo cassetto: non rimanda al mittente, accetta per buona la machiavellica sfida del suo allievo, si lascia tenere in trappola e non denuncia. Dov’è il suo Potere Personale?
Eppure è un promettente insegnante universitario di fisica, disinvolto e sicuro nella sua funzione docente. Intelligenza emotiva/ intelligenza analitica, logico matematica.
Fino a quando non comincia a sognare, ad avere incubi in cui abbandona su una barca al suo destino il cugino, fa sesso con l’attraente vicina di casa, etc. Nei sogni, insomma il suo inconscio comincia a dirgli quali sarebbero i passi da fare per uscire dalla situazione che gli si sta agglomerando intorno in modo sempre più opprimente.
Ma il suo infallibile credo è che per fare bene non bisogna fare. La sua difesa, infatti, continua ad essere ” Io non ho fatto niente, non ho fatto proprio niente!” E i tentativi che fa di trovare conforto e chiarezza si rivelano fallimenti: lontani da lui nella banale mancanza di esperienza umana o nella loro osannata ascetica saggezza i Rabbini che consulta lo lasciano disperso e senza possibili risposte. Come dire che, anche se fa, compie gesti a lui assolutamente inutili. Parti che non vogliono che lui capisca ed esca da quella situazione.
La morale?
Quando non agiamo, lasciamo che siano gli altri ad agire per noi e poi non possiamo fare altro che raccoglierne le conseguenze. I sogni ci possono portare consigli giusti.
Se non ascoltiamo le nostre parti sensibili non sappiamo cosa va bene per noi. Senza una dose di aggressività non riusciamo a difendere il nostro territorio dalle invasioni altrui.
Essere consapevoli dei propri credi è il primo passo necessario verso possibili cambiamenti di rotta. Un perfetto film didattico per un approccio Voice Dialogue, quindi.
E la scena iniziale, allora, cosa c’entra? Bene, quella moglie della scena iniziale sente, è in contatto con un inconscio ‘ magico’, sa cosa deve fare per difendere la sua casa, agisce con determinazione prendendosi la responsabilità, non ha bisogno di cercare il consiglio di saggi ‘certificati’. Proprio l’opposto del nostro protagonista. E siccome quella scena è in russo ed il nostro è un ebreo, possiamo supporre che i suoi antenati, per altro non troppo lontani avessero questi doni che lui sembra avere completamente perso.
E se la donna avesse sbagliato nel valutare l’ospite sconosciuto come pericoloso?
Beh, siamo in cammino per imparare, no?
E non si impara dall’esperienza?